Marianna Berno bokeh di fiori
Untitled di Marianna Berno

Maggio, il mese del cambiamento

18/05/2020 1:52 in Editoriale
10 anni di innovazione e cambiamenti, la cui commemorazione, doveva avvenire decisamente in un momento migliore, ma quel momento non c'è stato.

Maggio è un mese speciale, per molti versi: oggi, 18 maggio, segna la riapertura da un periodo di vuoto, per molti, durato quasi tre mesi. E segna anche, inevitabilmente, il passaggio a un nuovo stile di vita.
Evidentemente diverso da quello che abbiamo vissuto dal 2010 in poi, diverso dallo svolgersi incessante degli eventi in questi 10 anni.


Ma perché il 18 maggio 2010 come riferimento di questi 10 anni? Cosa ha di tanto importante questa data?
In realtà, il mese di maggio 2010 é stato il mese dei cambiamenti: a cavallo tra la primavera e l'estate di quell'anno è stato l'anno in cui la nostra vita con il mondo digitale cambiò drasticamente.
Il 18 maggio di quell'anno, la Rai lanciò i nuovi loghi - che quest’anno sono stati da sfondo, ancora lì, presenti, durante la lite di Morgan & Bugo a Sanremo - mentre per tutto l'autunno del 2010 continuarono a rimbalzare tra le tre emittenti generaliste i bumper al sapore di anni 2000, la farfalla con i volti, quando la tecnologia era una vera e propria finestra sul mondo e tutti iniziavano ad affacciarsi. La televisione italiana stava iniziando a disfarsi del segnale analogico, ciò che ha decisamente fatto da preambolo con streaming e smart-tv, il cui spegnimento definitivo avverrà due anni dopo, nel 2012.

Qualche giorno dopo, il 25 maggio 2010, Ethan Marcotte, sul blog "A list apart", scopre un nuovo modo di progettare il web per il mobile sempre più aggressivo: nasce così il "responsive web design".
Profetiche le parole dello stesso Marcotte in una sezione del suo intervento:

"Tuttavia il panorama sta cambiando, forse più velocemente di quanto preferiremmo. Si stima che la navigazione internet mediante dispositivi mobili sopravanzerà quella attraverso dispositivi desktop in un periodo che va dai tre ai cinque anni."

(trovate l'articolo completo in inglese qui)
 
Storia di Marcotte a parte, l'apertura dell'estate di quell'anno segnò un vero e proprio spartiacque a un nuovo mondo.

Il 6 ottobre 2010 nacque Instagram.
Oggi a dirlo sembra tuttavia scontato, ma è strano pensare a come cambiò il concetto di fotografia digitale, della condivisione di un momento, a un formato - 1:1 - che oggi sembra un ricordo ma che allora era una vera e  propria rivelazione, a tutti coloro che fino ad allora conoscevano Flickr come unico e vero portfolio digitale, dove si sperimentava, si condividevano pareri e suggerimenti, quando in realtà una foto era pensata, e studiata, e l'accendersi di 5 o 6 stelline - che oggi definiremo like, faceva sentire realizzati.

Ma gli anni tuttavia corrono veloci, e con essi la tecnologia.
La fotografia digitale e i nuovi modi di comunicare prendono pian piano il sopravvento: si eclissa Windows Live Spaces, e con lui, tre anni dopo, Windows Live Messenger (detto volgarmente emmessenne) - l' unico vero antenato forse della messaggeria instantanea portatile, lasciando il posto a Skype, presente già sul mercato diversi anni prima.
I siti web si assottigliano, le icone cosiddette Crystal e scheumorfiche ereditate dai sistemi Apple e presenti in quello che sembrava in realtà il culmine del  Web 2.0, iniziano a diventare anch'esse ben presto monotone, le barre e i pulsanti di navigazione con sfumature lasceranno dopo i primi timidi anni di predominanza su mobile a un design più minimale e intuitivo, il cosiddetto flat design.
A un certo punto sembrò di assistere quindi a una sensazione di stallo, senza alcuna creatività, anche se fortunatamente gli ultimi due anni hanno dato di nuovo spazio a nuovi stimoli, in un web che ormai sembrava bloccato da tempo.

Ma in realtà, cosa é cambiato dal punto di vista generazionale? Perchè, personalmente amo considerare il 2010 come inizio e anche fine, per certi versi di tutto? E tendo a scostarmi almeno fino al 2013 circa come culmine degli anni 2010?
A dire il vero, è innegabile che almeno fino ai primi tempi si respirava genuinità, creatività ma soprattutto sincerità.
E se tutte queste qualità possono sembrare scontate, in realtà non lo sono affatto, soprattutto al tempo di una generazione che è cambiata in questi anni con social e annessi.
In primis c'era originalità e voglia di fare, non si inseguivano like, non si post-produceva la prima foto che si possedeva sottobanco tanto per il preset che andava di moda e soprattutto c'era uno spiccato senso di comunità, c'era davvero la passione nell'iniziare un video o un tutorial su YouTube, o illustrare anche un semplice albero o qualsiasi oggetto che si aveva tra le mani, al ritmo di una qualità sgranata del 3gp e dei tonfi di sottofondo di microfoni imperfetti e rumorosi che hanno accompagnato la piattaforma dalla sua nascita fino al 2010 - 2011. Oggi siamo abituati a ben altri tipi di microfoni e videocamere, come ad esempio la GoPro.

Personalmente, a prescindere dai valori puramente oggettivi di questo primo articolo, sono stato molto contento in quell'anno di aver vissuto cose e persone che in un certo senso hanno lasciato un segno indelebile, delle foto in un mondo che stava per cambiare, dei fotogrammi impressi nella mia mente di quei giorni mentre camminavo nei luoghi rural e wild, e di avere la fortuna, oggi, di cercare di raccontare quelle sensazioni e quei luoghi.
E non è un caso che tutte le foto che finisco per scattare in quell'ambiente le categorizzo con il nome di Temple - in cui avremo modo e tempo di ritornare su questi argomenti sui prossimi articoli - ossia tempio, o meglio un tempio di memoria, un luogo nell'immaginario collettivo in cui il tempo si è fermato.

Di questi dieci anni, che sembra di averli vissuti in un ritmo frenetico, tra il susseguirsi di social, collaborazioni, selfie, hashtag, dove tutti gli eventi hanno avuto una valenza di due settimane prima di essere risucchiati nell’oblio di questi tempi, dieci anni dopo all’improvviso tutto si ferma. Tutti riflettono. Chiudono bar, pub, palestre, punti di ritrovo.
Improvvisamente sembra che il 2020 sia l’anno della resa dei conti, della fine del mondo: l’intero pianeta si ferma e in molti, facciamo i conti con noi stessi: con le nostre mansioni, i nostri progetti, qualcosa che avevamo lasciato in sospeso e non sapevamo in che modo proseguirlo.

Tutti abbiamo avuto i nostri punti interrogativi, tutti ci siamo organizzati in maniera diversa l’uno dall’altro. C’è chi lo ha fatto in maniera straordinaria, come Nazario Nesta, un ragazzo pugliese partito il 19 maggio 2019 per percorrere l’intero perimetro italiano a piedi. Quest’anno, mentre il mondo attorno a noi stava mutando ancora una volta, lui è rimasto bloccato con lo scattare del lockdown, e ha pensato bene di costruirsi una capanna nel bosco, e arrangiarsi con pochi mezzi, aspettando che il lockdown volgesse al termine.
Oggi quel momento è arrivato, e ancora una volta, il mese di maggio, ritorna a rimbombare nelle nostre teste.

Forse è davvero il mese del cambiamento. Anche per il sottoscritto.